Il clima che cambia, necessità di uno sviluppo sostenibile
19 novembre 2024
È il titolo della relazione sul clima da parte del Prof. Silvano Focardi ha presentato ai Soci del Rotary Club Alta Valdelsa, suscitando molto interesse, molte domande, un ampio dibattito che il Prof Focardi ha alimentato con disponibilità e simpatia.
Silvano Focardi è stato professore ordinario di Ecologia presso l’Università di Siena, Università presso la quale ha ricoperto i ruoli di Rettore, Preside di Facoltà e Direttore di Dipartimento.
È stato Presidente dell’Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare (ICRAM) e ha svolto la funzione di Legale Rappresentante (Presidente) della Stazione Zoologica di Napoli.
Dall’anno 2005 è componente del Comitato Tecnico di Magistratura del Magistrato alle Acque di Venezia quale esperto per i problemi ambientali legati alla realizzazione del MOSE, il sistema di dighe a protezione di Venezia.
È autore di più di 500 pubblicazioni su riviste scientifiche di rilevanza internazionale su temi di ricerca inerenti all’inquinamento ambientale in Italia e in alcune aree del pianeta, in particolare in Antartide e in America latina.
Nella relazione è stato affrontato trattato il tema del cambiamento climatico cercando di evidenziare le cause che lo stanno determinando e gli effetti che esso provoca. Verrà spiegato il fenomeno che porta all’effetto serra indicando quali sono i gas che lo provocano, primo di tutti l’anidride carbonica, e come il mondo intorno a noi stia cambiando di conseguenza; un esempio evidente è la scomparsa di molte barriere coralline e conseguentemente di parte della biodiversità ad esse legata.
È stato affrontato il tema delle specie aliene nel Mediterraneo, fenomeno legato all’aumento della temperatura delle sue acque con la comparsa di specie del Mar Rosso e di altre regioni del pianeta alcune delle quali pericolose per l’uomo.
Il libro: “Il clima che cambia, necessità di uno sviluppo sostenibile”, analizza i fenomeni del riscaldamento globale che ci stanno interessando e mette in evidenza la necessità che la Società proceda il più rapidamente possibile verso uno sviluppo che possa essere sostenibile per il nostro pianeta.
Per comprendere cosa sta accadendo, vengono evidenziati gli ultimi aspetti tecnici della problematica riportando i dati dell’osservatorio Manu Aloa delle Hawaii sulle concentrazioni di anidride carbonica in atmosfera e quelli di Copernicus sulla temperatura del pianeta confrontati con i dati più vecchi disponibili, quelli del 1880.
Dal confronto si evince come siano stati superati gli 1,5 gradi centigradi indicati come un limite nelle varie Conferenze delle Parti (conosciute come COP) degli ultimi anni, come anche i livelli di anidride carbonica in atmosfera abbiano raggiunto un valore elevatissimo di 427 parti per milione.
I dati di oggi vengono correlati con quanto accaduto nel passato e confrontati ad esempio con l’anomalia climatica del Medio Evo ma anche con le grandi estinzioni di massa tutte legate a cambiamenti climatici di notevoli dimensioni.
All’inizio del XIV secolo durante l’Anomalia climatica del medio Evo (nella quale la concentrazione di anidride carbonica aveva raggiunto 300 parti per milione) si verificarono alluvioni e siccità che crearono gravi problemi all’agricoltura.
Il 1313 e il 1317 in particolare furono due pessime annate, con raccolti molto scarsi, insufficienti per sfamare la popolazione. Su una popolazione indebolita dalla fame, nel 1348 si abbatté l’epidemia di peste ben conosciuta nella storia di Siena che doveva poi tornare ciclicamente nei decenni successivi e diventare una malattia endemica nel continente europeo fino al XVIII secolo.
Nel libro alla ricerca delle cause di questi problemi grande evidenza viene data all’aumento esponenziale della popolazione mondiale e alle conseguenze della sovrappopolazione proprio in termini di sviluppo non più sostenibile.
Le emissioni di gas serra pro-capite ci indicano come i grandi sforzi che stiamo facendo in Europa sul passaggio alle energie rinnovabili avranno un successo limitato sul problema finché non si ridurrà significativamente il consumo di carbone e petrolio da parte di Paesi extraeuropei, primo fra tutti la Cina responsabile da sola di più di un quarto delle emissioni totali.
Viene anche evidenziata l’importanza di un consumo responsabile delle risorse naturali, descrivendo la storia e il declino della civiltà dell’Isola di Pasqua in relazione al consumo non sostenibile delle risorse disponibili da parte della popolazione.
UNA SPERANZA
Tutto però non è ancora perduto, anche se la situazione è pur grave c’è ancora speranza perché oggi le tecnologie disponibili possono contribuire a favorire la grande capacità di recupero dei sistemi naturali.
Ce lo dimostrano la diminuzione di anidride carbonica in atmosfera durante il COVID dovuta ad un minore consumo di risorse non rinnovabili, la notevole resilienza degli ecosistemi marini aggrediti dall’inquinamento, la successione ecologica degli ecosistemi terrestri dopo un’eruzione o una frana o il rapido sviluppo del deserto fiorito anche dopo 20 anni di riposo assoluto. Dobbiamo solo agire nella giusta direzione.