Lingotto dell’Amicizia 27 maggio 2025

Lingotto dell'Amicizia 27 maggio 2025

Rotary Club Alta Valdelsa accoglie Matteo Betti per la consegna del prestigioso premio il “Lingotto dell’Amicizia”

Il 27 maggio 2025 al Rotary Club Alta Valdelsa si è svolta la premiazione con la consegna del “Lingotto dell’Amicizia” a  Matteo Betti medaglia d’argento “Fioretto individuale” alle Paralimpiadi Parigi 2024 e campione italiano di “Fioretto A” il 24 maggio scorso a Siena.

Il “Lingotto dell’Amicizia” del Rotary Club Alta Valdelsa nasce nel 1997 ed è la riproduzione in bronzo dorato di una scultura realizzata nel 1987 dal maestro Giuseppe Calonaci di Poggibonsi noto artista di forte rilevanza nazionale e internazionale.

Il “Lingotto dell’amicizia” è un premio destinato a personalità Rotariane e no, Associazioni od Enti che, mettendo a disposizione le loro esperienze e competenze si siano particolarmente distinte nel portare a compimento iniziative a favore delle Comunità, nell’attuazione di progetti che favoriscono la comprensione fra i Popoli o sviluppano i talenti anche delle giovani generazioni.

In questa edizione del 2025, la Commissione del Rotary Club della quale è Presidente Domenico Barucci, deputata a individuare la personalità da premiare, ha scelto di assegnare il premio a Matteo Betti per le sue straordinarie performance sportive e per le sue qualità umane.

Qualità che gli sono valse la nomina di  Ambasciatore Paralimpico e fa parte del Consiglio Nazionale del Comitato Italiano Paralimpico presieduto da Luca PANCALLI. Matteo, porta avanti  un messaggio educativo e di sensibilizzazione attraverso la passione per lo sport, quale strumento di inclusione e aggregazione, per costruire una società senza barriere. 

Matteo Betti, atleta del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa, continua a scrivere pagine importanti della scherma in carrozzina italiana, confermandosi tra i migliori fiorettisti paralimpici con un talento e una determinazione senza eguali. Matteo Betti nasce a Siena il 26 novembre 1985 è sposato e ha un figlio di nome Gregorio.

Matteo Betti, campione indiscusso della scherma a partire dal 2005 bronzo nel fioretto a squadre agli europei di Madrid; 2008 prime Paralimpiadi nell’edizione di Pechino; 2012 medaglia di bronzo paralimpiadi di Londra; 2016 quarti di finale alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro;  nel 2020 quarto classificato nel fioretto individuale alle Paralimpiadi di Tokyo.

Campionati mondiali, dal 2006 al 2023, ha conquistato ben 9 medaglie di argento e bronzo, nel 2017 medaglia d’ORO ai mondiali di Roma.

Campionati europei dal 2005 al 2024 ben 11 medaglie di argento e bronzo e nel 2007 medaglia d’ORO a Varsavia.

 

Il premio “Lingotto dell’Amicizia” a Matteo Betti,  oltre a voler riconosce i suoi meriti sportivi, è indirizzato all’uomo impegnato nel sociale, nell’educazione al rispetto delle disabilità.

Sport e disabilità sono strettamente connessi: lo sport è una palestra di vita che ci permette di abbattere ogni barriera ed è un tema centrale di inclusione, capace di superare tutte le difficoltà quotidiane.

Lo sport è molto più di una competizione; è resilienza per le persone con disabilità, che va oltre la gara e permette di sentirsi parte integrante della comunità. Gli atleti ci danno esempio di forza e determinazione; ciò che conta è la forza emotiva, che conduce al raggiungimento di traguardi importanti. 

Lo sport per le persone con disabilità ci aiuta a cambiare il modo di guardare la disabilità stessa

Il Presidente Angelo Minutella nel suo intervento di plauso e particolare apprezzamento della scelta del premio ha ricordato che, in un recente incontro con Matteo Betti, ha colto un particolare e profondo aspetto dell’uomo Matteo, e gli è rimasto nel cuore e nella mente il racconto del vissuto nei “villaggi paralimpici” come esperienza che lascia un segno profondo.

Vedere tante persone, ciascuna con il proprio vissuto e le proprie sfide, impegnarsi con passione nello sport come ragione di vita è una straordinaria lezione di forza, determinazione e dignità.

È un invito a guardare oltre i limiti fisici, a riconoscere il valore della resilienza umana e a riscoprire il vero significato della parola ‘impegno’.

Queste persone dimostrano ogni giorno che lo sport può essere uno straordinario strumento di riscatto e di libertà.”

 

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